Il cimitero delle idee fantastiche

Da qualche parte nel mondo deve esistere un cimitero delle idee fantastiche, quelle che ogni giorno vengono a milioni di noi riguardo un cambiamento importante, una nuova attività, un’opportunità, un obiettivo. Avere ottime idee non è difficile. Se ci mettessimo in una sala in tanti a pensare a nuovi social network possibili da lanciare sul mercato, verrebbero probabilmente fuori idee fantastiche. Il problema è che spesso non sappiamo come gestire le idee, e presto svaniscono.

Nella mia vita incontro tutti i giorni persone con “grandi idee”, “ottime idee”, “un sogno”, “un grande obiettivo” che rimangono però nella testa delle persone.

Quando un’idea si forma, il sognatore che è in noi la plasma, la rende entusiasmante, desiderabile, diffonde su di essa il profumo delle spezie d’oriente.

Il sognatore dentro di noi ci consegna poi la sua creatura, che spesso però non sappiamo più, a quel punto, come trattarla e le idee diventano:

  • Idee quasi pronte. Alcuni di noi sono “quasi pronti” – devono solo prendere un’ultima risorsa, risparmiare altri mille euro, parlare con un’altra persona, fare un’altra prova. L’idea viene caricata di mille protezioni e sicurezze, fino a quando è perfetta, a prova di bomba. Il problema di queste idee è che sono così fragili, che il minimo cambiamento nell’ambiente esterno, nella persona, nella sua vita, le fa crollare. Allora continuiamo a perfezionarle, perché a quel punto torniamo ad essere “quasi pronti”. Chi tratta le idee in questo modo si comporta come un’atleta alla linea di partenza di una gara, che non parte mai.
  • Idee sfuggenti. La persona desidera un cambiamento, ha un obiettivo, ma non agisce perché attribuisce la responsabilità della partenza dell’idea a qualcun altro. “Come faccio, se il mio capo non me lo permette?” “Come faccio, se la banca non mi dà i soldi”?? Sono idee frustranti, perché bramiamo quel cambiamento, ma siamo in attesa che arrivi quello di cui abbiamo bisogno. Dipendiamo da altri, che però a loro volta hanno loro idee, loro progetti, loro sogni. Se tutti facessimo così, saremmo tutti in un limbo di frustrante attesa, dove uno aspetta che l’altro faccia la prima possa.
  • Idee molto, molto pericolose. Forse il tipo di idee più frequente: sono cambiamenti, progetti, obiettivi che vengono raccontati come un reportage di guerra. La persona smette di sorridere, diventa corrucciata, ha un’espressione stanca e disillusa quando racconta la sua idea. Vede mille problemi, tanti ostacoli, infiniti pericoli, tante ragioni per cui non si può fare. È il sogno nel vero senso della parola, quello che viene interpretato come qualcosa che non si può raggiungere. Le idee rimangono quindi lì, e noi rimaniamo sicuri e protetti, dove non vogliamo essere.
  • Idee a metà. Sono le idee provate, ma solo un po’. La persona ci dice: “ho provato tantissime volte, mi sono arreso.” In realtà, ha provato a fare tantissime volte la stessa cosa, che quindi ovviamente non ha funzionato, oppure ha provato fino ad un certo punto, senza risolutezza. Un passo avanti, due passi indietro.

 

Le idee non sono niente senza esecuzione, senza un’azione che le renda reali. Sembra banale, eppure ancora giochiamo con queste idee e le roviniamo. È meglio un’idea mediocre messa in pratica, che poi si potrà migliorare nel tempo, che un’idea fantastica che non vedrà mai la luce. Molto meglio.

Noi non sappiamo raccontarci le idee, le distorciamo subito. Le idee devono essere raccontate dalla realtà, facendo. La realtà ci dice “questo funziona, questo devi cambiarlo”, dandoci veramente un riscontro sul nostro obiettivo e permettendoci di cambiare e andare avanti.

Un’idea deve essere consegnata alla realtà agendo, confrontandosi con il mondo, facendo i primi passi nella direzione desiderata. Gli errori sono i fari che danno idee sulla direzione, su cosa funziona.

Ecco alcuni consigli su come trattare meglio le nostre idee:

  • Guarda solo i rischi vicini. Spesso ci blocchiamo per rischi che sono così avanti nel progetto, da essere completamente irreali. Preoccupati di diminuire i rischi del primo mese, se esistono. Spesso vedrai che, in realtà, sono molto più piccoli di quanto credevamo. Oppure noi siamo molto più grandi di quanto immaginiamo.
  • Accetta l’idea imperfetta. Non cercare di rendere il tuo obiettivo, la tua idea, a prova di bomba – non è possibile. Parti con un’idea imperfetta e lascia che la realtà lo plasmi. Un’azienda non innovativa può diventare leader nel mercato se l’esecuzione è eccellente. Un’idea innovativa non va da nessuna parte se poi non ti metti in gioco fino in fondo.
  • Trova il coraggio che ti serve. C’è sempre un rischio residuo che non possiamo eliminare in ogni scelta. Se non stai agendo, devi trovare il coraggio che ti serve: potrebbe essere quello di lasciare una strada, di investire anni di lavoro o di rischiare in altro modo. Trova quel coraggio e parti.
  • Esegui fino in fondo. Una prova non è un’azione fatta a metà. Testa pure te stesso e la tua idea, ma in quel micro-obiettivo che ti sei posto, vai fino in fondo, investi tutte le energie e le risorse necessarie. L’esecuzione deve essere assolutamente risoluta, convinta, energica, in modo che tu abbia esplorato tutte le strade. Tocca i limiti della tua idea, per potere evolvere. Metti tutto te stesso in quell’esecuzione, rendi quell’idea forte, potente, grazie alla tua azione. È l’azione risoluta che, alla fine, fa la differenza.
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