Chi ti credi di essere? La sindrome di Superman

Nella mia azienda collaboriamo con decine di professionisti ogni giorno: dato che offriamo anche pacchetti di video e e-learning, oltre a Coach e formatori, lavoriamo anche con grafici, tecnici, video-maker, specialisti web e moltissime altre figure.

A causa della quantità di persone con cui collaboriamo, e dell’incredibile atteggiamento di alcune, abbiamo creato una specie di “libro nero”: duro, ma efficace. Chi ci entra non collaborerà più con noi.

Non ci entrerai mai se commetti un errore: tutti possono farlo. Alcuni tra i professionisti migliori che abbiamo sono tali perché sanno gestire molto bene – sia a livello professionale, che emozionale – i loro errori, proponendo soluzioni più che soddisfacenti. Oltretutto, dato che sono pronti ad accettare le critiche, ne commettono veramente pochi, perché imparano.

La differenza la fa l’atteggiamento: come ti poni nei confronti della vita, di un errore, di una critica, di una difficoltà, la tua capacità di gestire le tue emozioni – la tua Intelligenza Emotiva.

La percentuale di persone con atteggiamenti poco professionali, secondo le nostre personalissime statistiche, è abbastanza alta – circa il 30% delle persone con cui abbiamo collaborato.

Adesso immaginiamo di essere in una sala con 100 professionisti e io chieda al microfono: “chi di voi NON ha un atteggiamento professionale?” Si alzeranno 30 mani? Sicuramente no. Questo perché la nostra mente ci fa brutti scherzi; per preservare la nostra autostima, “giustifica” anche gli errori più eclatanti. È l’azienda che, quando riceve una critica, scuote la testa dicendo “il cliente non capisce niente.” È il professionista inconsapevole che non riceve più lavori e si lamenta della “crisi”. È la Nokia che non si abbasserà mai a fare “quegli Smartphone lì”, per poi rischiare di chiudere e perdere per sempre la sua Leadership.

Il problema è che questo meccanismo di autodifesa è così potente che rischia di farci rimanere inconsapevoli mediocri per tutta la vita.

Ecco alcuni esercizi che possono aiutarci a sviluppare una consapevolezza per crescere e migliorare:

1) Se tre persone ti fanno la stessa critica, per quanto strana ti possa sembrare, prendila molto sul serio. Una può essere una visione distorta o un fraintendimento, tre difficilmente.

2) Quando incappi più volte nello stesso problema – prestazioni inadeguate, conflitti con le persone, continui fallimenti in un’area della vita o del lavoro – fermati. Significa che hai sviluppato un’abitudine mentale che ti sta sabotando. Riconosci i comportamenti che stai mettendo in atto, accetta il fatto di non essere perfetto, cambia il comportamento e vai avanti.

3) Scindi con grande decisione il tuo valore dal tuo operato. Se commetti un errore, il tuo valore non è messo in discussione. Il tuo valore si vede in come gestisci un errore, una critica, un problema.

4) Chiedi di criticarti. E’ un ottimo esercizio. I test 360° in azienda sono rivelatori da questo punto di vista: mostrano come siamo percepiti dagli altri e lasciano poco spazio all’immaginazione o alle giustificazioni.

5) Sii consapevole quando stai cercando di giustificarti. E’ fisicamente impossibile ascoltare e giustificarsi allo stesso tempo. Se ti giustifichi, fai brutta figura, non aggiungi niente alla conversazione e soprattutto perdi un’ottima occasione almeno per ascoltare come un’altra persone ti sta percependo. Poi potresti non essere d’accordo, ma almeno hai preso consapevolezza di te stesso.

Allora, tu quanto sei professionale da uno a dieci?

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